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Razza ?

Chi è della nostra “razza” e chi non lo è?


Il fallimento scientifico del concetto di razza nell’uomo (2)  dimostra che i confini tassonomici (le soglie) diventano sempre meno chiari. Se spostiamo la nostra attenzione dal funzionamento del sistema immunitario e ci addentriamo, per un attimo, nella struttura/natura dei nostri geni scopriamo che alla base della vita vi è un complesso sistema di regole che governa una natura polimorfica.
In termini evolutivi la spiegazione è semplice: c’e’ una grande variabilità genetica in tutte le popolazioni umane, anche in quelle piccole, e queste variazioni individuali si sono accumulate in tempi molto lunghi.
Infatti, la maggior parte dei polimorfismi (3)  osservati nell’uomo è anteriore alla separazione dei continenti e forse anche all’origine della specie umana (almeno 500 000 anni fa).
Popolazioni differenti presentano gli stessi polimorfismi, con frequenze che variano le une dalle altre: infatti, la differenziazione geografica dell’uomo moderno è recente, avendo chiesto circa un terzo dell’esistenza della specie umana, e quindi non c’e’ stato abbastanza tempo per accumulare una differenza sostanziale.


Serial killer

Mentre al riparo di un faggio
anelo alla felicità delle foglie,
sfilano lontane carovane
e il mio sogno è perfetto.
Ma l’esistenza mi attira
mi vedo riflesso sulle acque del lago,
sogno pomeridiano di un fauno che si sveglia.

No non voglio farti del male,
fratello mio, non credere
perché ho un coltello in mano
e tu mi vedi quest’arma a tracolla
e le bombe che pendono dal mio vestito
come bizzarri ornamenti,
collane di scomparse tribù.

Non avere paura,
perché porto il coltello tra i denti
e agito il fucile come emblema virile.
Non avere paura della mia trentotto
che porto qui sul petto.
Di questo invece devi avere paura:
io sono un uomo come te.

Gli eucalipti crescono bene, quest’anno.
Peschi e tamarindi colorano le mie avide pupille.
Mi preparano un cuscino di erbe per nuovi sogni
per nuovi sogni.


Franco Battiato: L’imboscata, Polygram 1996

 

(2) L.L. Cavalli –Sforza, P..Menozzi, A.Piazza “Storia e Geografia dei Geni umani” 1997, Adelphi

(3) Il polimorfismo genetico è definito come il verificarsi, in una popolazione, di due o più fenotipi (o forme) geneticamente determinati, con una frequenza maggiore di quelle delle mutazioni.   Vale a dire che la differenza di forme che si osserva (per esempio il diverso colore dei capelli osservabile negli individui) non è dovuta a mutazioni spontanee ed occasionali nell’ambito del gene che determina il colore dei capelli ma alla reale presenza di diversi alleli (ovvero diversi geni, la combinazione dei quali produce tutte le possibili variazioni nel colore dei capelli osservabili negli individui). Il polimorfismo è quindi la coesistenza di differenti  variazioni di un carattere in una popolazione, dovute a differenze nelle sequenze del DNA. popolazione